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Congelatori a presa rapida per gli stranieri in Italia

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Qualche anno fa mi è capitato di “far coppia” con quello che allora era il mio datore di lavoro per un giro di visite presso i clienti. Un uomo abbastanza avanti con l’età, per giunta con diversi acciacchi fisici, però con una forza di volontà ed un attaccamento alla vita (ma forse dovrei dire al lavoro e al denaro) veramente sbalorditivi.

A parte quelle sue battutine sulla sfera sessuale, immancabili alla vista di qualche bella ragazza per strada e che dette da un uomo di più di settant’anni suonano ancora più imbarazzanti e sgradevoli, la cosa che maggiormente mi infastidiva di quella persona era la sua capacità di cambiare continuamente “maschera” a seconda del contesto: tanto autoritario e rigido con i suoi sottoposi quanto affabile ed adulatorio con i clienti. Ce l’aveva poi a morte con gli architetti ed odiava isole pedonali e i marciapiedi, che considerava solo un odioso ostacolo per la circolazione. In macchina si parlava spesso. Tra i suoi argomenti preferiti le donne al volante (considerate un vero pericolo per la collettività), l’incompetenza e la scarsa attitudine al lavoro dei suoi dipendenti, le tasse troppo alte e la taccagneria dei clienti.

Il suo preferito era però quello delle colf (o badanti che dir si voglia). Vivendo da solo con la moglie, anziana e ammalata, un certo tipo di assistenza domestica era per lui di fondamentale importanza. Si lamentava spesso del fatto che era estremamente difficile trovarne di italiane, soprattutto a tempo pieno. In tanti anni aveva avuto tante donne a servizio nella sua casa, quasi tutte straniere.

semaforo

Un giorno, ricordo, proprio mentre vaneggiava su questo argomento, ci fermammo con la macchina ad un semaforo. Un extracomunitario attraversò. Non era ne un lavavetri ne un venditore ambulante abusivo. Era anche ben vestito ma il fatto che fosse uno extracomunitario lo si capiva facilmente sia del colore della pelle che dai tratti somatici. Alla vista di quell’uomo il mio “compagno di viaggio”, visibilmente irritato, ebbe subito a lamentarsi della eccessiva presenza di immigrati stranieri in Italia e di tutte le conseguenze negative che da essa ne derivavano e che ne sarebbero derivate in un prossimo futuro.

Quella scena mi è rimasta impressa a fuoco nella mente, forse è stata la massima esibizione di incoerenza di un essere umano alla quale abbia mai assistito dal vivo. Proprio lui diceva quelle parole, proprio lui che solo pochi secondi prima parlava delle tante donne straniere avute a servizio come domestiche, proprio lui appartenente a quella classe ricca della società che maggiormente chiede mano d’opera agli immigrati.

lavoratori-stranieri

E’ probabile che quel pedone fosse anche lui a servizio da qualche riccone della zona, come maggiordomo o giardiniere o altro. Forse la moglie lavorava anche lei come badante. Al mio amico però dava fastidio il vederlo, in un certo qual modo, integrato nel panorama cittadino come una persona normale. Questo è il razzismo.

Per lui, come per molti Italiani, gli stranieri hanno diritto di esistere solo in quanto lavoratori, specialmente se sottopagati e nascosti, ma non certo come persone. Vengono tollerati solo nelle cucine, nei cantieri e nei campi perché così fa comodo.

Tanto varrebbe allora tenerli congelati tutti questi stranieri in Italia e scongelarli solo per le ore di lavoro, in modo da evitare a loro le sofferenze di una vita ai margini e a tanti il fastidio della loro presenza fisica.


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